I cobot sono progettati per lavorare in collaborazione con gli operatori umani e acquisiscono conoscenze tramite l’interazione. Non sono più veloci, ma riescono a svolgere lavori di ruotine con precisione.

Quali sono le peculiarità di un cobot?
Carsten Rath: Invece di seguire un programma scritto, il robot imita l’uomo. Non è necessariamente più veloce, ma d’altra parte non è questo il nostro obiettivo. I lavori semplici con un’elevata quantità di pezzi da gestire dopo un po’ diventano monotoni. La noia rende stanchi e fa commettere errori. Gli errori hanno un costo, bisogna revisionare il lavoro fatto o addirittura scartarlo. Il cobot, invece, non incorre in errori. Il nostro cobot registra valvole, un lavoro che si potrebbe eseguire più velocemente a mano, ma il robot è più preciso e, se necessario, lavora 24 ore al giorno. 

Che impatto ha tutto ciò sulle mansioni dei dipendenti?
I nostri dipendenti sono altamente specializzati e hanno un’ottima formazione. Si occupano di lavori che necessitano l’intervento umano: ad esempio, assemblano moduli complessi spesso senza seguire istruzioni scritte, oppure riconoscono e risolvono autonomamente criticità e problemi. In Alto Adige, i costi per eseguire operazioni ripetitive e noiose sono eccessivi, mentre l’uso di robot consente di mantenere il valore aggiunto in azienda. 

Quanto è impegnativo istruire un robot per eseguire un‘attività specifica?
I robot collaborativi sono progettati per un utilizzo estremamente intuitivo. Dopo aver comprato il nostro robot, l’ho sistemato nel mio ufficio e sono riuscito a programmarlo in pochissimo tempo senza che fossero necessarie competenze tecniche preliminari. La programmazione consiste nel trascinare moduli già pronti nel mio programma; poi pianifico il movimento e il robot è già in grado di eseguire i comandi impostati. Abbiamo fatto i primi esperimenti con una partita a scacchi cercando di far muovere le singole fi gure sulla scacchiera.

Il lavoro con i robot è pericoloso, visto che i cobot condividono i loro spazi di lavoro con l’uomo?
No, non comporta rischio alcuno. Ci muoviamo con pesi ridotti a velocità molto basse. Il robot è molto sensibile: al minimo urto si arresta. 

In che misura la robotica collaborativa cambierà il mondo del lavoro?
I cobot svolgeranno sempre di più lavori semplici. Se montati su piattaforme mobili, si muovono autonomamente. Ad esempio, possono prelevare il materiale dal magazzino per poi assemblarlo direttamente sul posto di lavoro. Tuttavia, la robotizzazione ha anche dei limiti. Presso l’azienda Durst lavoriamo con molte unità differenti composte spesso da un numero piuttosto elevato di pezzi, alcuni dei quali sono anche unici. In questo caso, l’automazione risulta poco praticabile.

Info

L’azienda Durst è leader mondiale nella produzione di tecnologie innovative per la stampa digitale. Nei mercati in cui opera, Durst è un importante punto di riferimento per quanto concerne la trasformazione e la digitalizzazione dei processi di produzione industriale. Con oltre 80 anni di storia, l‘impresa familiare si distingue per valori fondamentali quali innovazione, attenzione al cliente, sostenibilità e qualità.

Carsten Rath viene dalle vicinanze di Colonia, ha studiato ingegneria meccanica ad Aquisgrana ed è arrivato in Alto Adige per svolgere un tirocinio all‘estero. Così ha scoperto l‘Università di Bolzano, dove ha frequentato il corso di laurea triennale in Ingegneria industriale meccanica con indirizzo logistica e produzione. Da dieci anni lavora presso l’azienda Durst nell‘area process engineering / lean management, dove segue anche l‘implementazione di nuove soluzioni.