Chamber of Commerce of Bolzano

Centro d’arredamento Jungmann

Passione per l’abitare

Con il suo fiuto per l’abitare il bello, Max Josef ha scritto la storia dello Jungmann. Dalla Valle Aurina l’omonimo centro arredamento è diventato il più grande centro d’arredamento della regione.

Avete coinvolto il personale nell’arredamento dei nuovi uffici a Bressanone. Come mai?
Andreas Jungmann: Anche se non abbiamo il certificato di impresa che concilia lavoro e famiglia, ci impegnamo a fondo affinché i nostri collaboratori e collaboratrici si sentano bene. Puntiamo molto sulla conciliazione di lavoro e famiglia. Dei nostri 176 dipendenti, il 46 percento sono donne. Anche a livello dirigenziale abbiamo il 30 percento di donne. Il part-time da noi è del tutto normale. Abbiamo riscontrato che più le mamme riescono a essere flessibili con il loro tempo, più passione impiegano nella nostra azienda. Questo è estremamente importante, alla fine con i nostri clienti ci vogliamo distinguere per la consulenza e il servizio.

È così che volete imporvi anche contro la concorrenza dei colossi dell’arredamento?
Non vogliamo e non possiamo essere i più convenienti. Vogliamo crescere nel lungo periodo. Siamo responsabili nei confronti dei nostri dipendenti e delle loro famiglie. Perciò negli ultimi anni ci siamo allontanati sempre di più dal concetto del cliente che viene a ritirarsi i mobili e offriamo un perfetto servizio di montaggio e marchi di alta qualità come Hülsta, Team 7 o Musterring. Marchi di cui sappiamo dove vengono prodotti.

Nel 1972 suo padre ha iniziato l’attività nel settore dell’arredamento in una vecchia casa in Valle Aurina. Sapeva già allora che il settore aveva ancora davanti a sé i suoi tempi migliori?
Lui era sicuramente un visionario. A quel tempo c’erano pochi mobilifici. Ha iniziato in un locale molto piccolo di 300 metri quadri nel vecchio "Kornkasten" e in breve tempo ha iniziato a espandersi.

Jungmann brixen

Nel 1978 ha aperto una sede a Campo Tures, nel 1991 a Bressanone e infine nel 2009 a Egna. Come si spiega che il vostro centro d’arredamento di Egna realizza il più alto fatturato?
Inizialmente volevamo aprirne uno a Bolzano. Uno studio dell’Istituto tedesco per lo sviluppo BBE ha però dimostrato che dovevamo stabilirci più a sud. Solo così potevamo raggiungere la provincia confinante di Trento. Lo studio ha avuto ragione. Del nostro fatturato totale di 33,1 milioni di euro, 14,5 milioni provengono da Egna. Anche perché sempre ci sono sempre più abitanti del Trentino, soprattutto dalla Val di Non e dalla Val di Fiemme, che cercano mobili di qualità.

Dal 2009 con i Suoi fratelli è al vertice dell’impresa familiare. Come è stato il processo di successione?
Il processo di successione è durato due anni, ci siamo appositamente fatti assistere dall’esterno. Da allora ognuno di noi ha un proprio settore. Mia sorella Christine, di due anni più giovane, si occupa interamente degli acquisti mentre mio fratello Florian, che ha dieci anni in meno, si dedica al processo di organizzazione interna, alla logistica e alla contabilità. Io invece dirigo l’amministrazione e sono responsabile del marketing, dell’acquisto dei mobili e del personale. A rotazione ognuno di noi è presente nella filiale delle tre sedi. In questo modo i collaboratori e le collaboratrici hanno sempre una persona di riferimento.

I Suoi genitori si sono ritirati completamente dalla gestione dell’impresa?
Non del tutto e questo ci fa piacere. Nostra madre è a Campo Tures, attiva come prima nella vendita, e nostro padre si occupa della manutenzione dei singoli immobili. Entrambi sono molto impegnati. Si prendono però la libertà di lavorare solo se ne hanno tempo e voglia.

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